Oh, la trasmissione è stata piacevole, Bollani è un competente e appassionato intrattenitore, con indovinate digressioni nell’umorismo surreale.
Però non so, vedere un jazzista spiegare la musica alle famiglie su Rai Tre all’ora di cena mi sembra un peccato, uno spreco. Immagino che Bollani abbia fatto una scelta intelligente, diciamo pure comoda, che gli ha permesso di divertirsi (e si è percepito) e di divertire (e spesso ci è riuscito).
Tutt’altra fatica gli avrebbe procurato rimanersene a fronteggiare la tastiera, senza distrazioni, senza battutine, senza sorrisini al pubblico o bacini alla moglie (sempre un po’ troppo agitata, dai).
Chiariamo: ho visto almeno la metà delle puntate, assieme alla mia compagna e a mia figlia. E me la sono anche spassata. Purtroppo, aggiungo, perché spassarsela è pericolosissimo, dà assuefazione e fa ingrassare, come ho potuto, poi spassarsela grazie a un jazzista significa mancare di rispetto a Bird e alla registrazione di “Lover man” del 29 luglio 1946, aveva proprio ragione quel ragazzaccio quando ha scritto del nostro bisogno di consolazione, non impariamo mai.
(pubblicato su Facebook il 27 novembre 2022)