Umani, santi, animali

Weil

“L’attenzione è la forma più rara e più pura di generosità.
A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono” (p. 13).

“È questo, ai miei occhi, l’unico fondamento legittimo di ogni morale; le cattive azioni sono quelle che velano la realtà delle cose e degli esseri oppure quelle che assolutamente non commetteremmo mai se sapessimo veramente che le cose e gli esseri esistono.
Reciprocamente, la piena cognizione che le cose e gli esseri sono reali implica la perfezione.
Ma anche inifinitamente lontani dalla perfezione possiamo, purché si sia orientati verso di essa, avere il presentimento di questa cognizione; ed è cosa rarissima. Non v’è altra autentica grandezza” (p. 14).

“ […] e anche mentre se ne trae sostegno, non dimenticare un solo istante che sotto tutte le sue forme, anche le più apparentemente inoffensive per puerilità, le più apparentemente degne di rispetto per profondità e in virtù dei rapporti con l’arte, con l’amore o con l’amicizia (e per molti con la religione) sotto tutte le sue forme, senza eccezione, il sogno è la menzogna. Esclude l’amore. L’amore è reale” (p. 36).

“Sono convinta che la sventura da un lato, dall’altro la gioia come adesione totale e pura alla bellezza perfetta, implicando entrambe la perdita dell’esistenza personale, siano le uniche chiavi mediante le quali si entra nel paese puro, il paese respirabile; il paese del reale.
Ma è necessario che l’una e l’altra siano pure: la gioia senza alcuna ombra d’insoddisfazione, la sventura senza alcuna consolazione”, p. 40.

 

Vivere da umani significherebbe non distrarsi.

Vivere da umani significherebbe credere che tutto esista.

Vivere da umani significherebbe esseri certi che tutto esista.

Vivere da umani significherebbe accettare che tutto esista.

Vivere da umani significherebbe essere santi. Significherebbe essere animali.

 

Tutte le citazioni sono tolte da Simone Weil-Joë Bousquet. Corrispondenza, a cura di Adriano Marchetti, SE, Milano 1994, e provengono dalle lettere di Simone Weil.

 

(pubblicato su Squadernauti il 30 marzo 2021)

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