Piuttosto bisognerebbe chiedere, a chi dice così, quale scarto crede che ci sia tra la contemporaneità e le altre epoche. Quanto peso crede che abbiano i social network, le chat, le app, gli MP3, la pornografia on line, i reality show, il print on demand eccetera, rispetto (di fronte) alle età della vita, all’amicizia, all’amore, all’odio, al tradimento, alla morte.
L’esistenza, col suo nucleo immodificabile e resistente a ogni interpretazione, quanto deve spaventare chi presta tutta questa attenzione al proprio tempo!
Il fatto è che ci si illude, rimanendo ossessivamente concentrati sul proprio tempo, di poterlo un giorno conoscere tutto. E, conoscendolo tutto, dominarlo, piegarlo, arrestarlo. Oppure eluderlo.
Garantirsi, insomma, l’immortalità.
(pubblicato su Squadernauti il 2 giugno 2015. Illustrazione originale di G. C. Cuevas)