C’è chi ritiene che per uno scrittore sia non solo vantaggioso, ma addirittura necessario, presenziare i festival e i social network; e più in generale spingere, non appena se ne abbia la possibilità, la propria opera. La verità è che più ci si concentra sull’aspetto promozionale della scrittura, più si palesa il timore che la propria opera non basti a se stessa. L’ansia per la notorietà supera (sostituisce) la passione per lo scrivere.
Ma soprattutto: ogni energia spesa per la promozione della scrittura è inevitabilmente sottratta allo scrivere. Finché il fuoco non si spegne.
Certo: promuoversi può dare gratificazioni immediate. Scrivere no, nemmeno si capisce se tanta fatica avrà mai un compenso. Quale? E quando?
Così possiamo dire che chi si concentra sulla promozione della scrittura si accorda al tempo della propria vita; chi invece si concentra sullo scrivere – sgombro dal peso di sé – si accorda al tempo dell’universo.
(pubblicato su Squadernauti il 13 gennaio 2015)