Ieri sera, in una pizzeria di Tortolì.
Sono in coda per ordinare due pizze da asporto.
Davanti a me un ragazzone alto due metri. Due spalle così. Un collo così. Dà l’impressione di voler sodomizzare l’universo.
Il cameriere che prende le ordinazioni è un ragazzino appena maggiorenne, alto uno e sessanta, con un pelo di barba ogni tanto, un incarnato da paggetto, un vocino che arriva da qui a lì.
Tocca al ragazzone alto due metri.
Il camerierino, immobilizzato dal terrore, attende.
Il ragazzone tace.
Il camerierino mi cerca con gli occhi.
Guardo il camerierino con tutta la tenerezza possibile.
Il ragazzone gonfia il petto.
Il camerierino abbassa gli occhi.
Il ragazzone dice d’un fiato: “Una calamari ridotta”.
Il camerierino gli scoppia a ridere in faccia.
Sono in coda per ordinare due pizze da asporto.
Davanti a me un ragazzone alto due metri. Due spalle così. Un collo così. Dà l’impressione di voler sodomizzare l’universo.
Il cameriere che prende le ordinazioni è un ragazzino appena maggiorenne, alto uno e sessanta, con un pelo di barba ogni tanto, un incarnato da paggetto, un vocino che arriva da qui a lì.
Tocca al ragazzone alto due metri.
Il camerierino, immobilizzato dal terrore, attende.
Il ragazzone tace.
Il camerierino mi cerca con gli occhi.
Guardo il camerierino con tutta la tenerezza possibile.
Il ragazzone gonfia il petto.
Il camerierino abbassa gli occhi.
Il ragazzone dice d’un fiato: “Una calamari ridotta”.
Il camerierino gli scoppia a ridere in faccia.
(pubblicato su Facebook il 9 novembre 2014)