Stamattina, spiaggia di Porto Frailis. Sono sdraiato prono. Ho gli occhi chiusi. Penso alla transustanziazione e al fuorigioco di rientro.
A pochi metri da me, un bambino sui cinque-sei anni dice a sua mamma: – Mamma, quel signore è morto!
– Macché morto. Riposa.
– Ti dico che è morto! Vado a vedere.
– E vai a vedere.
Dopo pochi secondi qualcuno mi fa ombra. Apro un occhio. Il bambino mi guarda.
Mi dice: – Signore, sei morto?
Dico: – Sì. Ma non dirlo alla mamma.
Richiudo l’occhio.
Il bambino torna dalla mamma.
La mamma gli dice: – Allora? Era morto?
Riapro l’occhio.
– No, – dice il bambino. Poi si volta verso di me. Mi fa l’occhiolino.
A pochi metri da me, un bambino sui cinque-sei anni dice a sua mamma: – Mamma, quel signore è morto!
– Macché morto. Riposa.
– Ti dico che è morto! Vado a vedere.
– E vai a vedere.
Dopo pochi secondi qualcuno mi fa ombra. Apro un occhio. Il bambino mi guarda.
Mi dice: – Signore, sei morto?
Dico: – Sì. Ma non dirlo alla mamma.
Richiudo l’occhio.
Il bambino torna dalla mamma.
La mamma gli dice: – Allora? Era morto?
Riapro l’occhio.
– No, – dice il bambino. Poi si volta verso di me. Mi fa l’occhiolino.
(publicato su Facebook il 2 luglio 2014)